Appare all’ultima curva, prima di arrivare al centro di Collelongo, il paesino montano in provincia dell’Aquila. Il volto di Pier Giorgio Frassati, già accompagnato dall’aureola di santità, sorride dalla maestosa parete di una palazzina in via della Chiesa.
È stato inaugurato da poco, autorità civili e religiose presenti, per ricordare i cento anni dalla morte del giovane torinese che sarà canonizzato il prossimo 7 settembre. Alle sue spalle i monti stilizzati che tanto amava, davanti i boschi e quella pipa che lo caratterizzava quasi a voler simboleggiare un fumo che, come incenso, sale verso l’alto. L’opera, che riprende la tradizione dei murales cara a questo luogo, è più di un esercizio d’arte. Dice della passione per Frassati, di un filo che tesse assieme intere generazioni, che richiama turisti e pellegrini e che contribuisce a creare una società capace di prendersi cura dell’altro e del creato.
«Non è un’opera solitaria», spiega la presidente dell’Azione cattolica di Avezzano, Claudia Di Biase. «Abbiamo partecipato, con questo progetto, a un bando di progettazione sociale del Mlac (Movimento lavoratori di Azione cattolica). Poi abbiamo coinvolto i bambini dell’Acr in un contest per disegnare il futuro santo e i giovanissimi per cercare la frase da affiancare al disegno. Per arrivare all’elaborazione definitiva di questo “Pier Giorgio Frassati – Un santo ad arte” abbiamo fatto un cammino che aveva come obiettivo quello di conoscere più a fondo la sua figura». E ancora hanno partecipato i giovani, gli adulti, l’Agesci, la Curia, il Comune, i singoli cittadini, l’intero paese.
Un legame profondo quello che si respira qui con Frassati. Scandito anche dal sentiero marsicano a lui dedicato. Dalla chiesa di Madonna a Monte, con vicina la struttura che per decenni ha accolto i campi scuola dell’Azione cattolica, fino ai prati di Sant’Elia, si passa per foreste di faggeti, praterie montane e sottobosco. All’interno del Parco nazionale d’Abruzzo. Partendo da una quota di 970 metri, si raggiungono i 1.440 d’altezza per un percorso complessivo di poco più di quattro chilometri.
«Il sentiero Frassati principale è quello in provincia di Pescara», spiega Donatella Masci, del Mlac di Avezzano. «Ogni regione ne ha uno solo, inserito nei 22 della mappa ufficiale. Noi però ci tenevamo a legare questo percorso – che era un po’ abbandonato ma molto significativo – a Pier Giorgio. Parte da Madonna a Monte, che per noi è proprio un luogo del cuore, che dice anche molto della nostra identità. Ci siamo accordati con il Club alpino e anche con Pescara e l’abbiamo chiamato “Sentiero Frassati della Marsica”.
Ci tenevamo troppo anche perché, come dicono pure altri percorsi che stanno nascendo in questi anni per ricordare il futuro santo, non si può mettere un limite alla bellezza». E qui ce n’è tanta. Ripulito e reso di nuovo fruibile unadecina di anni fa, ogni anno viene ripercorso a ridosso del 4 luglio quasi a dare inizio alla stagione. «Anche se», aggiunge Paolo Buongiovanni, vicepresidente dei giovani, «non è mai davvero chiuso. Quasi un migliaio di “camminatori” lo percorre ogni anno ammirando flora e fauna e fermandosi a riflettere, lungo la strada, anche grazie alle bacheche in cui abbiamo voluto ricordare i passaggi fondamentali della vita di Frassati e del suo amore per la montagna».
Quel «guardare in alto», sottolinea Chiara Ranalletta, «che, sull’esempio del giovane, ci spinge a cercare le vette in ogni campo, a cercare Dio». Consigliera diocesana dei giovani, nonché l’artista che ha fatto sintesi dei disegni dei bambini e preparato il bozzetto per il murale, Chiara sottolinea quanto sia il Sentiero Frassati che l’opera dicano della «capacità di coinvolgimento che questa figura ancora ispira e promuove. Non ci siamo cimentati da soli in queste imprese, ma c’è stato sempre il sostegno di tutta la comunità. C’è un aspetto sociale interessante di cui tener conto».
Ringraziano la sindaca Rosanna Salucci, «che ha subito cercato la parete giusta per collocare l’opera». Il parroco che li accompagna, don Michele Saltarelli, la memoria storica, Giuseppe Bianchi, che li ha fotografati in ogni posa. Il vescovo di Avezzano, monsignor Giovanni Massaro «che ci ha fornito i ponteggi per lavorare in sicurezza». E poi tutta la cittadinanza che ha collaborato a vario titolo accanto ai ragazzi che dipingevano. Perché, alla fine, è patrimonio di tutti quel giovane morto 100 anni fa. Che, come recita la scritta del murale, «visse l’ordinario in modo straordinario cercando le vette dei monti e le altezze dello Spirito».
Articolo pubblicato e gentilmente concesso da Famiglia Cristiana (n.27/2025)